L'IMMORTALITA' ARTISTICA E L'IMMORTALITA' UMANA A CONFRONTO IN UNA GENIALE RILETTURA DEL ROMANZO DI OSCAR WILDE
Dopo Darkmoon, Centolire e Giovanna Dark, la Dark Side Lab Theatre Company con la direzione e la drammaturgia di Matteo Fasanella torna ad incantare il pubblico con un altro lavoro intenso e ben studiato. Questa volta l’ispirazione viene scatenata da un classico già ampiamente sfruttato in teatro e cinema ma questa volta l’opera originale di Oscar Wilde viene presa come spunto per un sequel del tutto inaspettato. Il Ritratto di Dorian Gray diviene Aeterno Dorian Club, un testo in cui il bellissimo dannato diviene proprietario di un club notturno esclusivo. Vive recluso nelle sue stanze fino ad una notte in cui decide di affrontare il rischio di uscire, con notevole sorpresa dei presenti. Le due ballerine del club, impegnate in una pole dance subito lo accolgono in un amplesso a suon di house music. In quella serata Dorian incontra una serie di ospiti del tutto inattesi capitati li per scoprire il segreto della sua immortalità. Loro che sono tutti già deceduti, lo accerchiano, lo assillano, lo spronano a rivelare ciò che a loro è stato negato. Uno dopo l’altro, scopriamo le loro identità. Sono tutti personaggi che in conclusione credono di poter aver più diritto di lui alla immortalità per quello che hanno lasciato dopo la loro scomparsa. Tra questi Virginia Woolf, Andy Warhol, John Lennon, David Bowie, Zelda Fitzgerald, moglie dello scrittore Scott, tutti resi immortali dalla loro arte ma in conclusione invidiosi di non essere più in vita mentre il bellissimo Dorian lo è ancora pur non avendo creato nulla di artistico.

E nel finale, la voce fuori campo di Gianni De Feo che incarna Oscar Wilde, va a puntualizzare che la vera immortalità è proprio la creazione artistica che supera i tempi e le epoche. L’immortalità fisica che ha concesso al suo Dorian non è altro che un suo sogno, un suo desiderio che ha solamente creato tormento nel “giovane” di 135 anni che dopo questa rivelazione sorridente si siede a leggere proprio quel libro che racconta la sua storia.

Oltre alla geniale idea di far incontrare Dorian Gray con tutte queste icone rappresentanti di vari campi artistici, il testo di Matteo Fasanella è scritto con estrema eleganza. Le battute, i botta e risposta sono intensi e non lasciano respiro. Esprimono lo stretto necessario senza giri di parole pur mantenendo l’essenziale personalità di ogni personaggio tanto che non c’è quasi bisogno di nominarli: si intuiscono dai loro discorsi. Matteo Fasanella ha decisamente spremuto i suoi attori creando un’atmosfera ovviamente molto dark in cui a turno o insieme, ognuno degli interpreti ha ipnotizzato il pubblico con una prova decisamente intrigante. Costantino Seghi, Diana Forlani, Sabrina Sacchelli, Nicolò Berti e Lorenzo Martinelli, coadiuvati dalla voce registrata di Gianni De Feo, hanno mantenuto altissima la tensione per tutta la durata della pièce senza cedere una virgola. Ad aiutarli e sostenerli, la quasi dark room in cui si svolge l’azione con le luci ed effetti ben curati da Alessio Giusto.

Forse non è stata una grande scoperta quello di affermare l’immortalità dell’opera d’arte che da sempre, se valida e frutto di studio e passione, sopravvive il proprio creatore. Questa pur forse leggera banalità è stata però profondamente sviscerata e ribadita con una nuova vitalità, quella che se anche l’essere umano potesse vivere molto più a lungo di quanto non gli sia concesso, non eguaglierebbe mai l’immortalità dell’opera d’arte e della sua storia.
AETERNO DORIAN CLUB
una visione da “Il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.
Drammaturgia e regia: Matteo Fasanella
Con: Costantino Seghi, Diana Forlani, Sabrina Sacchelli, Nicolò Berti, Lorenzo Martinelli
Voce off: Gianni De Feo
Aiuto regia: Virna Zorzan
Allestimento scenico: Alessio Giusto
Costumi: Nicolò Berti
Assistente alla regia: Vivian Guarnieri
Coreografia: Valentina Falanga

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