Abbiamo parlato con Arianna dei suoi nuovi progetti a teatro.
Arianna Wellmoney è un’attrice, drammaturga e produttrice italiana, nata e cresciuta a Milano e attualmente basata a New York. La sua ultima produzione, RIP Jabari, You Would’ve Loved the Apple Dance, è stata candidata a diversi BroadwayWorld Off-Broadway Awards. Abbiamo parlato con Arianna del suo percorso artistico tra Italia e Stati Uniti, del suo approccio al teatro e dei suoi nuovi progetti.
Cosa ti ha spinta a trasferirti negli Stati Uniti?
Mi sono trasferita negli Stati Uniti perché, crescendo, guardavo quasi esclusivamente serie TV e film americani: quel tipo di narrazione, di ritmo e di costruzione dei personaggi ha acceso molto presto la mia immaginazione e il mio desiderio di fare questo mestiere. New York è diventata il luogo in cui ho potuto trasformare quel sogno in una pratica quotidiana, scoprendo il teatro come spazio di comunità, sperimentazione e dialogo. Il mio lavoro nasce dal desiderio di raccontare storie contemporanee che siano emotivamente oneste, accessibili e capaci di tenere insieme leggerezza e profondità.
Quando hai iniziato ad interessarti al teatro?
Mi sono avvicinata davvero al teatro dopo essermi trasferita a New York. Prima di entrare in contatto con il teatro americano, il mio obiettivo era principalmente quello di lavorare come attrice in serie TV o film. È stato vedendo spettacoli qui a New York che ho capito quanto il teatro potesse essere urgente, vivo e incredibilmente vicino alla realtà. Ho scoperto un linguaggio capace di reagire in tempo reale al mondo e alle persone che lo abitano, e da quel momento il teatro è diventato una parte fondamentale del mio percorso artistico.
E invece a farlo? Adesso copri diversi ruoli, da attrice a scrittrice e produttrice, ma da cosa hai iniziato?
Ho iniziato come attrice, ed è ancora da lì che parte tutto. La recitazione è il mio primo amore ed è il filtro attraverso cui guardo ogni progetto. La scrittura è arrivata in modo naturale, quasi come una risposta a un’assenza: spesso non trovavo storie o personaggi che sentissi davvero vicini alla mia esperienza, così ho iniziato a scriverli io. La produzione è stata una conseguenza di questo processo, uno strumento necessario per proteggere i progetti e creare spazi di lavoro etici, collaborativi e inclusivi.
Hai notato delle differenze riguardo all’approccio al teatro tra l’Italia e gli Stati Uniti?
Sì, ho notato differenze molto chiare. In Italia il percorso teatrale è spesso influenzato dalle relazioni personali e dalle reti già consolidate, mentre negli Stati Uniti, e in particolare a New York, ho percepito un sistema più meritocratico, dove la costanza, il lavoro e la qualità del progetto possono davvero fare la differenza. Inoltre, New York è una città con migliaia di produzioni ogni anno, dalle più piccole alle più strutturate: questa abbondanza crea un terreno fertile per la sperimentazione e per l’emergere di nuove voci.
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Parlaci un po’ dello spettacolo con cui sei candidata ai BroadwayWorld Off-Broadway Awards.
RIP Jabari, You Would’ve Loved the Apple Dance nasce dal desiderio di parlare di lutto e amicizia attraverso una lente contemporanea. La storia segue due migliori amici che vincono l’opportunità di interagire con un’intelligenza artificiale modellata sul loro amico scomparso, Jabari. È un lavoro che usa l’umorismo come strumento per attraversare il dolore e che pone domande sul nostro rapporto con la memoria, la tecnologia e l’idea di “lasciare andare”.
Lo spettacolo è stato nominato come Miglior Spettacolo e Miglior Produzione. Il regista, Bradly Valenzuela, è stato nominato come Miglior Regista, e anche Kiamba Doyling (Jabari) e Christian Prins Coen (Elijah) hanno ricevuto una nomination come Miglior Attore. Io sono profondamente onorata di essere candidata come Miglior Attrice per questo progetto.
Cosa significa per te che il tuo lavoro venga riconosciuto in questo modo?
Questo riconoscimento ha per me un valore enorme, soprattutto perché arriva in un contesto competitivo come quello off-Broadway e in qualità di artista immigrata. Sentire che un lavoro così personale venga visto, compreso e celebrato è una conferma della forza delle storie intime e della loro capacità di parlare a un pubblico ampio. È anche un riconoscimento collettivo: il risultato di una collaborazione basata sulla fiducia, sull’ascolto e sulla condivisione di una visione comune.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Nei prossimi mesi voglio continuare a sviluppare He’s Different, una commedia romantica che ho presentato Off Broadway l'anno scorso, espandendola in una versione in due atti e valutando la possibilità di trasformarla in un cortometraggio. Parallelamente, sto lavorando all’idea di adattare RIP Jabari, You Would’ve Loved the Apple Dance in una webserie, per esplorare ancora più a fondo i personaggi e il loro mondo, e per portare questa storia anche al di fuori del palcoscenico, raggiungendo nuovi pubblici.

Si può votare per i BroadwayWorld Off-Broadway Awards qui e per i BroadwayWorld Italy Awards qui, fino al 31 dicembre.
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