DIFFICILI EQUILIBRI FAMILIARI NELLA DRAMMATURGIA DIRETTA DA MATTEO FASANELLA
La famiglia è al centro della drammaturgia Nevischio, scritta da Daniele Veroli e Elena Cifola e qui adattata e diretta da Matteo Fasanella.
Tre sorelle, Anna, Marta e Valentina, al tempo stesso vicine e distanti, si ritrovano per il volere testamentario della madre defunta. Ogni anno per tre anni consecutivi e per un’intera giornata devono ritrovarsi nella loro casa prima di poter accedere alla lettura delle ultime volontà della propria madre e scoprire l’entità del lascito. In questo terzo e ultimo incontro una tempesta di neve impedisce al notaio di raggiungerle per firmare l’agognato documento, costringendole ad una convivenza forzata più lunga del necessario. Le loro divergenze e confessioni farà scoprire loro lati oscuri e segreti troppo a lungo tenuti nascosti.

L’amore materno è il vero nocciolo di questa pièce a ulteriore dimostrazione di quanto il legame tra una madre e la sua prole sia un legame imprescindibile, abissale, unico. Una madre sa. Una madre conosce la sua prole meglio di qualunque altro. Un padre per quanto possa amare i propri figli non riuscirà mai ad eguagliare quella profonda e viscerale conoscenza dell’animo dei figli che neanche il taglio del cordone ombelicale può alterare.
Lo stratagemma di questa madre per unire gli animi ormai allontanati delle sue tre figlie nasce proprio dalla penetrante conoscenza di ognuna di loro e delle loro differenze. Il padre più volte citato non aveva avuto questa stessa conoscenza e si era affidato al suo solo orgoglio paterno e non alle loro verità.
La psicologia di queste tre diverse anime è ben studiata, realistica e resa con un ben calibrato spirito altalenante tra comicità e tragedia. Questo ha donato un accattivante spessore ai tre personaggi che hanno trovato nelle tre interpreti, Nunzia Ambrosio, Carmelita Luciani e Marta Cherni, tre donne vere e sincere anche se la migliore spontaneità si è vista nelle scene più drammatiche, meno in quelle più leggere. Al loro fianco Lorenzo Martinelli interpreta Stefano, il marito della primogenita a rappresentare un altro tipo di famiglia, quello che Anna ha voluto crearsi per uscire dalla prigione in cui le sorelle l’avevano lasciata per occuparsi della madre malata. Una prigione in cui le sue aspettative si riveleranno completamente opposte a quelle di suo marito. A completare e bilanciare questo difficile equilibrio c’è Michele, interpretato da Antonio Buonocunto, quasi un figlio adottivo della madre che lo aveva accolto dopo che il giovane era stato rifiutato dalla sua famiglia perché omosessuale. Lui era divenuto il confidente e il depositario delle volontà della donna con lo scopo finale di riunire le tre sorelle. Entrambi i due attori hanno "corollato" bene le loro partner tranne alcuni attimi troppo eccessivi.

La regia di Matteo Fasanella è riuscita a dare una lettura candida e genuina di tutti questi complessi equilibri familiari in cui i sogni di uno spesso cozzano con le realtà dell’altro. I sogni sono la base della propria autostima e anche se non si riesce a realizzarli, aiutano a realizzare se stessi. Credere in un sogno ci può aiutare ad amarci e soprattutto a rispettarci quando gli altri non lo fanno. Rivelatrice la scena finale con Stefano che abbraccia un abitino di bambina a simboleggiare il suo sogno di paternità e Michele con in mano i suoi bozzetti di abiti di alta moda, un sogno che non ha potuto realizzare per le imposizioni paterne che hanno condizionato tutta la sua vita.
In scena al Cometa Off fino a domenica 21 dicembre.
Compagnia Australe
presenta
NEVISCHIO
Drammaturgia di Daniele Veroli ed Elena Cifola
Regia di Matteo Fasanella
Con:
Carmelita Luciani, Nunzia Ambrosio, Marta Cherni
Lorenzo Martinelli e Antonio Buonocunto
voice off: Niccolò Berti e Karin Proia
Scenografia: Maurizio Marchini
Aiuto regia: Lorenzo Martinelli
Foto: Barbara Gravelli
Video: Valentina Falanga

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