UN VIAGGIO PROFONDO E APPASSIONANTE TRA I DIARI E LA POESIA DI ALDA MERINI
Alda Merini è un nome indiscutibile della letteratura italiana. Chi non ha letto almeno una delle sue poesie se non le sue sillogi intere. Tuttavia non molti conoscono la sua storia di donna sofferente con esperienze di isolamento, crisi mistiche e soprattutto il terribile internamento che subì per molti anni in un ospedale psichiatrico. Da quel periodo nasce una delle sue opere più significative, La terra santa in cui la poetessa racconta il suo calvario avvicinandolo con evidenti riferimenti all’esodo del popolo ebraico.
Rileggendo in chiave scenica quegli scritti e i suoi diari, Alessandro Fea e Stella Novari ripropongono lo spettacolo La Chiamavamo Terra Santa che torna in scena dopo il successo ottenuto nella scorsa stagione.

La scena si presenta divisa in due parti da due simboliche porte con al centro un manichino con la divisa bianca da malato psichiatrico ed un attaccapanni con una vestaglia e due pantofole. Sulla sinistra un letto d’ospedale, scarno, freddo. Sulla destra un interno con uno scrittoio ed una macchina da scrivere. In quel limbo centrale in cui avviene il cambio di costume a mostrare il passaggio tra la vita casalinga e quella ospedaliera, si avvera la terribile sensazione di abbandono, di disperazione e di paura che si insinuò così profondamente nel suo animo al punto di quasi toglierle ogni speranza di poter tornare ad una vita normale.
Sarà un dottore in particolare, nominato come il Dottor G a comprendere la grande sensibilità di questa donna rinchiusa ed a capire che l’unica speranza per farla uscire da quell’isolamento a cui lei stessa stava per abituarsi, era di spingerla a scrivere.
La regia di Alessandro Fea è scaltra, diretta e si serve di piccoli espedienti come l’uso di marionette per mimare le sedute psichiatriche in quanto in scena c’è solo lei, Stella Novari che con profonda introspezione da allo spettatore la netta sensazione di avere in scena altri attori che invece non ci sono. L’attrice si muove in un continuo altalenarsi di lucidità e sofferenza che ben mostrano quanto realmente vissuto da Alda Merini nel suo periodo di internamento.

Oltre alla direzione, Alessandro Fea ha composto e utilizzato delle atmosfere musicali che alternando suoni e silenzi si accompagnano intimamente a quegli sbalzi e cambiamenti di situazioni tra amore e dolore tra speranza e disperazione, tra poesia e fragilità.
COMETA OFF
presenta
LA CHIAMAVAMO TERRA SANTA
Scritto da Alessandro Fea e Stella Novari
UN VIAGGIO PROFONDO E APPASSIONANTE TRA I DIARI E LA POESIA
DI ALDA MERINI
Con Stella Novari
Sonorizzazioni e live music: Alessandro Fea
Foto di Grazia Menna

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