A Milano fino al 21 dicembre
Per la prima volta arriva in Italia uno dei musical di maggior successo di sempre, vincitore di nove Tony Awards e ininterrottamente in scena a Broadway dal 2011: The Book of Mormon è un musical dissacrante e irriverente, scritto da Trey Parker, Matt Stone (i creatori di South Park) e Robert Lopez (co-autore di Frozen e Avenue Q). Oltre al suo trionfale successo americano, lo spettacolo è in cartellone nel West End londinese dal 2013, dove continua a registrare il tutto esaurito.
La storia segue due giovani missionari mormoni, l’ambizioso Elder Price e il suo compagno Elder Cunningham, più ingenuo e impacciato, inviati in missione in un remoto villaggio dell'Uganda. Una volta sul posto, si scontrano immediatamente con una realtà dura e complessa: povertà estrema, malattie, violenza e un capo villaggio particolarmente minaccioso. La loro determinazione viene messa alla prova in diversi modi, fino a spingere Cunningham a reinventare la religione a modo proprio, rendendo il musical una satira irresistibile su religione, colonialismo e ingenuità occidentale.
The Book of Mormon quindi non è per i deboli di cuore. Avendo già visto la produzione londinese, ciò che più mi incuriosiva entrando al Teatro Arcimboldi era la reazione del pubblico italiano. Se lo scorso anno il teatro aveva proposto Anastasia come “musical di Natale”, quest’anno ha scelto una direzione decisamente meno family friendly, portando sul palco uno degli spettacoli più irriverenti degli ultimi decenni. Una scelta sempre coerente con la volontà del TAM di offrire al pubblico italiano sempre più musical contemporanei e in lingua originale.
La produzione si dimostra solida: cast energico, voci potenti e un ritmo comico sostenuto dall’inizio alla fine. Gli interpreti riescono a rendere credibili personaggi volutamente esagerati, mantenendo però quella precisione comica che è fondamentale per la riuscita dello spettacolo. La satira non lascia scampo a nulla e nessuno: religione, stereotipi, cultura pop, politica globale. Ma la comicità non vive solo nel testo o nelle canzoni: ogni dettaglio, dai costumi alle coreografie, dalle scene alle gag visive, contribuisce a costruire una spirale comica continua.
L’unica pecca è l’assenza di sovratitoli, né in italiano né in inglese. Una scelta curiosa per uno spettacolo interamente in lingua originale e con dialoghi serrati, che in alcuni momenti risultavano difficili da cogliere, complice anche un mix audio non sempre equilibrato, ma effettivamente tradurre “Hasa Diga Eebowai” sarebbe forse stata un’impresa… rischiosa.

Nonostante questo, la sala ha reagito con entusiasmo, risate e applausi convinti. The Book of Mormon si conferma uno spettacolo capace di divertire, provocare e sorprendere, e il pubblico milanese lo ha accolto calorosamente. Ma ad accogliere il musical, non c’è stata solo la sua audience: come negli Stati Uniti, in cui la Chiesa Mormona compra pubblicità nel programma dello spettacolo, anche a Milano, davanti al teatro, un gruppo di mormoni ha distribuito copie del Libro di Mormon in ingresso. Ciò dimostra che nonostante la comicità e la provocazione, The Book Of Mormon riesce anche a creare confronto e dialogo.
CAST
Adam Bailey - ELDER PRICE
Sam Glen - ELDER CUNNINGHAM
NYAH NISH - NABULUNGI
Tom Bales - ELDER MCKINLEY/MORONI
TEAM CREATIVO
Prodotto da Anne Garefino, Important Musicals e Sonia Friedman Productions.
Libretto, musica e testi: Trey Parker, Robert Lopez e Matt Stone
Regia: Casey Nicholaw e Trey Parker
Coreografie: Casey Nicholaw
Scenografie: Scott Pask
Costumi: il premio Oscar Ann Roth
Light Design: Brian MacDevitt
Sound Design: Brian Ronan
Orchestrazioni: Larry Hochman e Stephen Oremus
Supervisione musicale e arrangiamenti vocali: Stephen Oremus
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