Review: LA PIETÀ, LA SUBLIMAZIONE DELLA CULTURA al Teatro Dell'Opera Di Roma

By: Mar. 25, 2019
Enter Your Email to Unlock This Article

Plus, get the best of BroadwayWorld delivered to your inbox, and unlimited access to our editorial content across the globe.




Existing user? Just click login.

Review: LA PIETÀ,  LA SUBLIMAZIONE DELLA CULTURA al Teatro Dell'Opera Di Roma

Non è un'opera lirica, non è un musical, non è un concerto, non è una colonna sonora: la rappresentazione de LA PIETÀ composta dal Maestro Nicola Piovani con i versi del compianto Vincenzo Cerami, ha sapientemente miscelato tutto questo, ma soprattutto la si può considerare una sublimazione del concetto di cultura e di arte allo stato puro.

Prendendo come spunto principale il dolore della Vergine Maria che vede morire il figlio sulla croce, la voce narrante di questa emozionante serata racconta quel dramma e quello di altre due madri che piangono la morte dei loro figli.

Da un lato la madre bianca, la donna occidentale, ricca, agiata che vive in un mondo effimero, in cui il commercio, la politica, gli affari divengono più importanti della vita stessa al punto di non accorgersi che il proprio figlio è caduto nel vortice della droga. Spietato il momento in cui davanti alla sua disperazione, il medico, annunciando la morte per overdose, le chiede "Madame, lei dov'era"

Dall'altro lato la madre nera, la donna africana che in totale solitudine si dispera di non essere riuscita a trovare cibo e acqua per nutrire il suo piccolo che le muore tra le braccia. Il suo canto è tormentato, lancinante: lei c'era e avrebbe fatto di tutto per salvare suo figlio, ma è rimasta impotente di fronte alla siccità di una natura crudele.

Queste due madri pur così distanti e diverse sono però simili ed unite nel loro sconforto: che sia in un paese occidentale o che sia nel deserto africano il dolore di una madre è sempre uguale, intenso, lacerante. Molto suggestiva ed emozionante la tenera ninna nanna Notte blu, ripetuta anche come bis, che cantano per cullare e accompagnare i propri figli nel loro ultimo viaggio.

Le note e gli arrangiamenti di questo capolavoro del Maestro Piovani sono intense e vibranti: il modo in cui ha utilizzato gli strumenti e costruito il crescendo emotivo durante lo scorrere dei brani, suggestiona al punto che nella mente dello spettatore si creano delle vere e proprie immagini di quello che veniva recitato e cantato. E anche quando i tre interpreti rimangono silenti, dai suoni della grande orchestra si riesce a "vedere" il racconto di una città e dei suoi rumori, o il silenzio e la vastità di una aperta savana: un eccezionale e raro esempio di come la musica possa rendersi immagine.

Il narratore ha la calda e appassionata voce di Gigi Proietti: pochi attori in Italia hanno oggi la capacità interpretativa dell'attore romano di origini umbre le cui intonazioni e modulazioni sono seconde forse solo al grande Vittorio Gassman di cui spesso ne ricorda l'intensità e il vigore.

La madre bianca è interpretata dal giovane soprano Maria Rita Combattelli. Perfetta, impeccabile con una voce tonda ma penetrante, l'artista si è trovata a completo agio nel suo habitat naturale, il palcoscenico di un Teatro dell'Opera: ha impersonato con gran classe la donna austera e fredda che torna umana di fronte alla disgrazia.

La vera meraviglia della serata, anche a giudizio del pubblico che le ha decisamente regalato l'applauso più caloroso, è stata Amii Stewart nel ruolo della madre nera: nata artisticamente sui palcoscenici di Broadway e catapultata in testa alle Hit Parade di tutto il mondo, ha dimostrato in questo ruolo una straordinaria maturità artistica riuscendo a incarnare in maniera decisamente intensa il pathos e la sofferenza richiesti dal suo personaggio. L'artista statunitense, ormai italiana a tutti gli effetti (da sottolineare che in uno dei brani canta in perfetto latino), è un valido esempio di come il talento naturale combinato con lo studio e una grande volontà possano portare a rompere le barriere di genere in cui spesso molti interpreti sono relegati.

La prima rappresentazione di questo lavoro risale a 20 anni fa e come il Maestro Piovani ha sottolineato nei saluti finali, fu scritta in un periodo diverso, quando il mondo occidentale prese coscienza della terribile situazione africana per la siccità e i milioni di morti per fame: con voce rotta dall'emozione ha sottolineato che se Vincenzo Cerami fosse stato ancora in vita l'avrebbe forse voluta attualizzare. Ha infatti aggiunto che il dolore di chi perde un figlio per droga, o per fame, o per aver tentato di attraversare un mare avverso su un gommone, non è differente: è lo stesso identico dolore e di fronte ad esso non c'è distinzione di razza o di stato sociale ma siamo tutti uguali.

TEATRO DELL'OPERA DI ROMA

Presenta

LA PIETÀ

Stabat Mater per due voci femminili, voce recitante e orchestra

Scritto e diretto da NICOLA PIOVANI

Versi di VINCENZO CERAMI

Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Cast:

Madre nera: Amii Stewart

Madre bianca: MARIA RITA COMBATTELLI

Voce narrante: GIGI PROIETTI

Foto di FABRIZIO SANSONI


Add Your Comment

To post a comment, you must register and login.


Videos