Interview: Brunella Platania : MICHAEL JACKSON - THE KING AND I al Teatro Altro Spazio

By: Oct. 19, 2018
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Interview: Brunella Platania : MICHAEL JACKSON - THE KING AND I al Teatro Altro Spazio

Incontriamo Brunella Platania, performer che ha dato vita a tanti personaggi sui più importanti palcoscenici italiani: Maria Maddalena in Jesus Christ Superstar, Sidonia in Tosca Amore Disperato, Ortensia in Aggiungi un posto a tavola, Mary Buttman in Georgie il Musical, Agnese ne I promessi Sposi, la Madre in Amor mio e tanti altri. Affianca la sua attività di performer a quella di preparazione dei giovani che vogliono intraprendere la carriera teatrale con la sua attività di coach vocale e insegnante nelle associazioni che dirige assieme alla sorella Maria Laura Platania, l'Associazione Platafisica e l'associazione Professione Spettacolo.

-Sei una giovane donna ma negli ultimi due musical in cui ti ho vista in scena, Amor mio e Georgie Il Musical hai interpretato il ruolo di madre ed in entrambi i casi di madri dure, difficili. Parlaci di questi due personaggi e di come hai affrontati i loro diversi caratteri.

Intanto grazie per la giovane! È vero che la gioventù è definita dalla freschezza della passione e quella ce l'ho sempre ma ho quasi 47 anni! Ma ne sono orgogliosa, non mi nascondo e penso che i miei anni siano una ricchezza in più in questo momento della mia carriera perché l'esperienza umana mi permette di scavare a fondo nel mio libro di colori, citando le parole di Carl Anderson, per trovare le caratteristiche, le sfumature e le inclinazioni psicologiche per affrontare i personaggi che devo interpretare. Ad esempio la madre di Amor mio mi ha richiesto un lavoro psicologico molto profondo perché è una madre inesistente; mi piace chiamarla "gli amabili resti" di un qualcosa che il protagonista non ha mai vissuto. È la storia di questo uomo abbandonato da piccolo da una madre che lui non ha mai conosciuto e quindi ne ha ricostruito un'immagine dentro di se che in realtà è una proiezione della sua propria personalità, di tutto l'inconcluso che c'è dentro di lui ed è la giustificazione di tutti i suoi blocchi psicologici e della sua impossibilità di vivere. Combattuto tra tutto quello che avrebbe voluto essere e ciò che non ha avuto, lui cerca disperatamente questo "amor suo" che non è riuscito a tirar fuori e che è rimasto imprigionato, incatenato dentro di lui da vincoli psicologici terrificanti: è qualcosa di molto delicato ed è tutto dentro l'altro personaggio. Per interpretare la madre io ho dovuto abbracciare il personaggio del figlio, metterlo come in una foto al negativo e cercare di sovrapporre queste due personalità per dare forza e credibilità a questa madre inesistente.

Diverso è stato l'approccio alla madre di Georgie : anche questo era un personaggio di mamma molto dura ma con cui ho dovuto fare uno studio diverso. Avevo appena interpretato un'altra mamma molto dolce, composta ed equilibrata in Footlose: in Georgie ho dovuto pensarla nella sua estrazione sociale in un'Australia fine '800, contadina, fatta di gente arrivata li per costruirsi un futuro. Per prepararmi ad interpretarla mi sono ispirata ad un personaggio della letteratura che è la mamma de Il cucciolo, il romanzo di Rudyard Kipling. Il giovane protagonista ha per amico un cerbiatto e questa mamma contadina lo uccide convinta che questo dolore possa far maturare suo figlio: pensava che solo la severità, la durezza e la privazione dell'amore possano farlo crescere più forte ed è lo stesso atteggiamento che assume la mamma di Georgie che avrà però la possibilità di ricredersi e riconoscere il suo errore.

-Sei un'artista a tutto tondo: performer, regista e sei molto impegnata nella preparazione dei giovani al mestiere di attore con le due associazioni, l'Accademia Platafisica e Professione Spettacolo. Cosa deve avere un giovane oggi per farsi strada in questo lavoro e soprattutto in un paese dove il musical non è poi così seguito.

Mi dedico tanto ai ragazzi perché avrei voluto tanto che questo succedesse a me quando ho cominciato io a voler fare questo mestiere. Avevo nove anni quando ho visto Jesus Christ Superstar e ho deciso che quella era la mia strada. Ho alternato teatro e musica ed è stata una strada molto formativa: ho sempre continuato a fare scuole di teatro, scuole di musica, di canto e ho lavorato tanto sul palcoscenico cosa che spero di continuare a fare ancora a lungo: per questo oggi mi gratifica dedicarmi ai ragazzi perché penso di poter dare molto, di poter dare vera esperienza e vera didattica e magari quello spleen in più che credo sia necessario: il pensare di fare questo mestiere tanto per farlo non funziona. Questo è quello che deve essere presente nei giovani poi le possibilità si trovano, si creano, magari qualcuno le crea per loro ma certo la professionalità è dura da raggiungere ma una volta raggiunta dentro se stessi, esiste, c'è ed apre la strada.

-hai nominato Carl Anderson, parlaci della tua esperienza con questo grande artista.

È uno dei miei grandissimi idoli, ed è proprio guardando lui che ho deciso di fare musical: Carl Anderson si è messo al mio fianco e mi ha portato ben oltre le mie aspettative: anche se non abbiamo mai condiviso un palcoscenico, ho avuto la fortuna di cantare, di studiare e di lavorare con lui: è uno dei miei due incredibili angeli custodi, quelli che si rivelano in quei momenti in cui un'aspirante artista crede di non potercela fare: il secondo è Lucio Dalla che è stato per me un grandissimo maestro che mi ha voluta in Tosca, la mia prima grande esperienza sul palco. Sono stata molto fortunata a collaborare con loro e forse anche brava a cercare con umiltà persone da cui ho imparato tanto: questo è un altro aspetto che vorrei imparassero i giovani.

-Hai affiancato Marcello Sindici nella regia di Heathers Il Musical, un lavoro che hai fortemente voluto e preparato principalmente con i tuoi allievi. Parlaci di questa esperienza.

Di Heathers credo si sia sentito poco purtroppo: il musical è tutto incentrato su questo spaccato della società americana delle High School. Tutto accade in questo microcosmo governato da tre studentesse di nome Heather che è un gioco di parole con Haters (odiose n.d.r. ). A capo di una confraternita le tre ragazze si autocelebrano, impongono i loro standard di perfezione, spargono veleni e decidono il bello e il cattivo tempo: è una cruda testimonianza del bullismo scolastico. Heathers è stata e sarà un'esperienza unica per me e per questo cast di giovani. Ma lo sarà anche per i giovani che lo vedranno di nuovo a teatro: sarà nuovamente in tour dal 6 novembre (prima data al Teatro Orione di Roma n.d.r.). Questa High School Edition è dedicata proprio alle scuole e anche per la corrispondenza di età e l'immedesimazione reciproca i giovani vivranno emozioni a tinte rock e con un po' di ironia abbiamo cercato di far arrivare forte e chiaro il messaggio contro il bullismo scolastico. Per me è stato un risultato di grande soddisfazione, la realizzazione di un mio sogno con un team forte ma tutto di giovani: non è facile organizzare un tour con attori giovani non professionisti ma ci siamo riusciti e Marcello Sindici è stato bravissimo.

-So che hai due grandi amori nella musica pop, Barbra Streisand e Michael Jackson: parlaci dello spettacolo tributo che stai per portare in scena dedicato a quest'ultimo.

Io ho sempre guardato i grandi, ho sempre imparato dai grandi e ho sempre cercato di assorbire il massimo da chi mi colpiva profondamente come con una freccia di Cupido: con Michael c'è stata la freccia e si è spezzata dentro al mio cuore ed è rimasta li, l'altra parte ce l'avrà lui e la terrà sempre in mano: di lui ho sempre questa aura così vicina, come se io fossi questa Wendy che non l'ha mai abbandonato dall'isola che non c'è anche se è dovuta crescere per forza. Io non sono diversa dagli altri "moonwalkers", da tutti gli altri fan nel mondo, tutti noi sentiamo le stesse cose, sentiamo un'appartenenza, un'adesione a questo spirito che è molto di più di quello che i tabloid ci hanno fatto voluto credere e che è stato spesso da loro massacrato. Il mio tributo a Michael Jackson è un racconto tra musica e parole dove sono affiancata da Luca Setaccioli e Rosy Messina, due compagni eccezionali, con le coreografie di Maria Izzo. Ci sarà Damiano Angelucci, un noto impersonator che ballerà e farà delle cose poetiche con me. Il maestro Fabio Caliando ci da la possibilità di rivisitare in acustico i pezzi celebri, perché non bisogna dimenticare che la musica sarà la grande protagonista della serata.

-Ci sono altri progetti futuri di cui ci puoi già parlare?

C'è una grossa novità che inizierà a fine ottobre: oltre ai workshop ormai consolidati per aspiranti performer stiamo per inaugurare all'Altro Spazio, con la collaborazione della proprietaria Raffaella Mucci e con Maria Laura Platania, un corso, o meglio degli incontri per puri amatori del teatro: l'abbiamo chiamato Il Salotto di Willy e accoglieremo chi vuole affrontare la conoscenza teatrale e poi mettersi alla prova sul palco in questo salotto di William Shakespeare, metaforicamente accompagnato da Jonesco, da Wilde, da Pirandello: studieremo testi, brinderemo con del vino e poi si salirà sul palco.

-L'appuntamento con Brunella Platania ed il suo tributo Michael Jackson - The King And I è al Teatro Altro Spazio di Roma in via Tiburno 33 il sabato 20 ottobre 2018 alle ore 21.



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