Interview: Simone Martino LA SIRENETTA al Complesso Palapartenope

By: Sep. 29, 2019
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Interview: Simone Martino  LA SIRENETTA al Complesso Palapartenope

Dopo un stagione estiva molto intensa in cui il Maestro Simone Martino ha organizzato, diretto e sostenuto principalmente sulle sue spalle il Festival Pomezia in Musical, lo incontriamo per parlare di questa esperienza e dei progetti futuri.

Buongiorno Simone, sei riuscito a fare un po' di vacanze quest'estate? Il lavoro per allestire il Festival di Pomezia dove sono state rappresentate le tue opere maggiori deve essere stato molto impegnativo:

si lo è stato ma è anche stata una grande soddisfazione: aver vinto il bando della regione per rappresentare le mie opere già quella è stata una grande vittoria che mi ha ripagato di tutti gli sforzi. Ho potuto contare su una squadra che mi ha sostenuto ed aiutato anche oltre i loro rispettivi compiti, ma il mio impegno è stato a 360 gradi: dall'organizzare il calendario con i cast delle diverse opere, alle prove, spesso concentrate in pochissimo tempo. E poi seguire le scenografie, le luci,la fonica. Le ridotte risorse finanziarie mi hanno costretto a utilizzare tutte le mie energie per presentare al pubblico un prodotto comunque interessante e piacevole

Nelle varie serate si sono avvicendati alcuni tuoi fedelissimi interpreti che rappresentano anche una buona selezione delle migliori voci del panorama del musical romano:

la possibilità di avere una profonda confidenza e una grande fiducia nelle capacità di un artista è per me fondamentale: cerco soprattutto persone che sanno interpretare totalmente per il pubblico e non per se stessi. Si può essere un bravissimo cantante o un bravissimo attore, ma deve esserci la capacità di superare quella piccola barriera di cantare o recitare davanti ad uno specchio invece che ad una finestra. Chi riesce a mettere da parte il proprio io, trasmette emozioni a chi assiste ad uno spettacolo. Chi non ci riesce resta pur un bravissimo professionista ma non un vero artista. Ci vuole una grande umiltà e soprattutto un grande rispetto per il lavoro dei propri compagni perché la riuscita di uno spettacolo risiede anche e soprattutto nel lavoro di squadra. L'atmosfera che si crea dietro le quinte, lo spirito di collaborazione e la disponibilità ad andare oltre i propri compiti, contribuisce molto al successo di una serata. Ma non è sempre facile e neanche sempre scontato che questo succeda anche affidandosi ad un collaudato e conosciuto gruppo di interpreti. Ciò non toglie che sono sempre aperto ad ascoltare nuove voci: se qualcuno mi dice di aver sentito o visto qualcuno di promettente, non mi tiro mai indietro e sono sempre disponibile ad accogliere un nuovo talento. Anche per questo non sono molto propenso a fare delle vere e proprie audizioni quando devo fare un casting. Il meccanismo di far viaggiare per tanti chilometri degli aspiranti giovani per essere giudicati uno dopo l'altro per ottenere una parte, non mi appartiene: so che è il più usato e il più antico modo per creare un cast ma cerco di non dovervi ricorrere.

I tuoi lavori affrontano per la maggior parte dei temi molto drammatici e per questo sono considerati forse poco commerciali. Da cosa prendi l'ispirazione quando componi un nuovo lavoro?

Principalmente in una storia, in un personaggio deve esserci qualcosa che mi colpisca intimamente: non potrei scrivere di un qualcosa che non mi abbia emozionato o che abbia un legame con qualche mia esperienza personale. Ad esempio, il mio Canto di Natale viene dalla mia passione per Dickens e il mio amore per il Natale: non c'è anno in cui io prepari il mio albero di Natale senza guardare la versione della Disney con Zio Paperone nel ruolo di Scrooge. Mi riporta alla mia infanzia a qualcosa che mi ha dato forti emozioni. E così per molte altre. Certamente so che opere come Lo Sguardo Oltre Il Fango o Beatrice Cenci non sono commerciali, non attirano le grandi produzioni che sono principalmente rivolte ad un genere di musical più leggero, più destinato al successo commerciale. Ma soprattutto Lo sguardo oltre il fango, quando lo abbiamo rappresentato ultimamente a Napoli, davanti a delle scolaresche notoriamente esuberanti, ho avuto il grande piacere di vedere una partecipazione incredibile: dal totale agghiacciante silenzio nei momenti più intensi, al tifo da stadio nei momenti di reazione verso gli oppressori. È stato bellissimo e di grande soddisfazione. Personalmente vado a vedere molte produzioni, ma a volte mi chiedo se certi musical siano fatti specificatamente per un pubblico diciamo poco intelligente. Le mie partiture non sono semplici da interpretare: richiedono una grande preparazione e uno studio che non molti interpreti dei cosiddetti musical da famiglia potrebbero eseguire. Ma nelle grandi produzioni spesso si da più importanza al nome che può attirare il pubblico piuttosto che alla sua bravura o alle sue capacità. Ho visto produzioni in cui pur di avere un "nome" si passa sopra a delle incongruenze che fanno stonare tutta l'opera. Prendi ad esempio una grande disparità tra l'età del personaggio e quella dell'interprete: è una situazione che mi distoglie totalmente dall'apprezzare il lavoro nella sua interezza perché vengo distratto dal fatto che il personaggio dovrebbe avere un'età, mentre l'interprete ne ha magari il doppio.

Nelle recensioni di alcuni tuoi lavori ho dovuto a volte sottolineare la perdita di spontaneità e di emozione dovuta all'utilizzo di basi preregistrate che tolgono agli interpreti la possibilità di offrire diverse sfumature perché devono concentrarsi maggiormente sul seguire le basi. Ovviamente capisco che con budget spesso limitati non sia possibile permettersi una band dal vivo, tanto meno un'orchestra.

Si lo so e questo è un punto su cui mi sto concentrando, cercando di lavorare sul modo per migliorare la fruizione della mia musica. Sto lavorando ad un nuovo allestimento de La Sirenetta di Andersen che ho portato in scena solamente in versione concerto: ho avuto la grande opportunità di incontrare Simone Leonardi che ne sta curando la regia. Con la sinergia che si è creata tra di noi lo spettacolo ha completamente cambiato la sua struttura: ne faremo un'anteprima al MTDA a Fiumicino il 6 e 7 ottobre, in una forma un po' ibrida tra il concerto e l'allestimento teatrale. Lo porteremo a Napoli a fine novembre in quest'ultima veste. Ci saranno musicisti che suoneranno dal vivo e ho attutito il genere più sinfonico che aveva la versione originale con una sferzata più pop - rock che sempre più sta entusiasmando il cast ad ogni prova. Nel frattempo sto componendo altre due opere in cui non posso ancora svelare nulla, ma in cui mi sto dirigendo di più verso un minor numero di interpreti per poter includere nel cast dei musicisti. Purtroppo è una scelta obbligata dovendo spesso combattere con la scarsità di disponibilità finanziarie.

Nell'attesa di assistere al nuovo allestimento del La Sirenetta di Andersen, auguriamo un buon lavoro al Maestro Simone Martino e al suo cast che comprende Martina Cenere, Lorenzo Tognocchi Giovanni De Filippi, Michelangelo Nari, Claudia Paganellli, Margherita Rebeggiani, Danilo Ramon Giannini, Paolo Gatti.



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