BWW Reviews: SHREK, attenti all'orco: divertimento assicurato!

By: Feb. 25, 2013
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Un artigianale e godibilissimo mix di irriverenza,
romanticismo e TALENTO!
BroadwayWorld.com - Italy


SHREK, l'orco verde più simpatico di tutti i tempi, dopo aver calcato i palcoscenici di Broadway e del West End e dopo un fortunatissimo tour italiano, arriva finalmente nella Capitale! Il musical - scritto da Jeanine Tesori (musiche) e David Lindsay-Abaire (liriche e libretto) e diretto da Claudio Insegno e Ned Grujic - rimarrà al Teatro Olimpico di Roma (RM) fino al 3 marzo!

Dal suo debutto milanese ad oggi, di questo spettacolo se ne son dette di tutti i colori. I detrattori della versione nostrana di SHREK lamentavano, infatti, l'amatorialità della messa in scena, la durata eccessiva, la mancanza di mordente nell'adattamento italiano... Il nostro intento, con questa recensione, è quello di smentire le malelingue cercando innanzitutto di tracciare una netta distinzione tra amatoriale e artigianale: è vero che le scenografie sono spoglie e poco funzionali, è vero che il disegno luci sembra buttato lì, è vero che alcuni costumi non possono certo definirsi alta sartoria, è vero che il pupazzo del drago è progettato male e realizzato peggio, è vero che a livello estetico qualsiasi paragone con la versione originale è una sfida persa in partenza... ma c'è da chiedersi: l'involucro è davvero così importante rispetto al contenuto? Ferma restando l'importanza di scene, luci e costumi (perché anche l'occhio vuole la sua parte!), possiamo considerare questi elementi preponderanti? In un panorama teatrale contaminato dal cinema si tende a confondere lo spettacolo con la spettacolarità e ci si dimentica che, fin dalle sue origini, il teatro è sempre stato in 3D a prescindere dall'impianto scenografico elaborato o meno. A volte i due aspetti vanno felicemente a braccetto (basti pensare a PRISCILLA, LA REGINA DEL DESERTO), altre volte la spettacolarità prevale a discapito dello spettacolo o, viceversa, lo spettacolo riesce ad imporsi sulla spettacolarità. Shrek rappresenta proprio quest'ultimo caso. Siamo d'accordo sul fatto che, essendo SHREK tratto da un cartone animato, sul versante scenografico sia lecito aspettarsi di più ma - a parte la durata e qualche scelta registica poco condivisibile (ad es. perché non dare una "forma" agli omini neri che ogni tanto intervengono in scena?) - non c'è alcun dubbio: il risultato ottenuto è senz'altro un godibilissimo mix di irriverenza, romanticismo e, soprattutto, talento!

Talento. "Basta" questo. Ebbene sì, ogni imperfezione estetica passa in secondo piano in presenza di un cast d'eccezione e tutto italiano capitanato da Nicolas Tenerani, perfetto per il ruolo di Shrek, simpatico e dinamico nonostante il costume ingombrante; Alice Mistroni, punta di diamante del cast, mette in luce le sue ottime capacità da caratterista nell'interpretare la 'bipolare' Principessa Fiona; Emiliano Geppetti, uno scalpitante ed effervescente Ciuchino con uno squisito retrogusto groove; e Piero di Blasio, che emerge come performer a 360° nei panni taglia S del perfido Lord Farquaad.

Frizzanti ed coinvolgenti le coreografie di Valeriano Longoni (peccato per il numero di tap in Morning Person!) eseguite da un eccellente ensemble, che sarebbe riduttivo definire tale, composto da quindici energici performers impegnati anche in doppi - e tripli - ruoli: Marco Stabile (un simpaticissimo Pinocchio), Marco Trespioli, Luca Peluso, Pasquale Girone Malafronte, Giulio Pangi, Alessandro Arcodia, Manuela Tasciotti, Claudia Campolongo, Elisa Colummi, Davide Dal Seno, Daniele Dergoatis, Michelangelo De Marco, Fiorella Nolis, Beatrice Baldaccini e Valentina De Giovanni.

Dieci e lode all'orchestra diretta da Dino Scuderi che valorizza con la musica dal vivo l'esilarante partitura pastiche di Jeanine Tesori (spassosissimi i riferimenti musicali a Wicked, Gypsy, A Chorus Line...purtroppo non compresi dai più).

Molto efficace l'adattamento delle liriche di Piero di Blasio - a parte qualche 'forzatura' nel rendere piani i versi tronchi - e la traduzione del libretto di Claudio Insegno che, senza tradire lo script originale di Lindsay-Abaire, conferisce a SHREK una comicità tutta italiana ironizzando sui musical appartenenti al nostro bagaglio culturale, uno su tutti Peter Pan.

Concludiamo dicendo che la nostra non vuole essere un'apologia dell'amatorialità, ma un invito ad apprezzare il talento, la qualità e l'intelligenza di un'opera a prescindere dalle varie sovrastrutture... l'importante è essere onesti con il pubblico e regalare emozioni agli spettatori sera dopo sera. E in questo SHREK riesce benissimo!



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