Review: Sanremo Musical al Teatro Nuovo di Milano, meglio che rimanga un festival

By: Jun. 05, 2018
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Scrivere un musical inedito non è mai facile. Ancora più difficile quando il tema principale è rinomato come il Festival della Canzone italiana. Credendo basti la sola nomea per far piacere lo spettacolo il pericolo di un prodotto banale e poco ispirato è sempre dietro l'angolo.

SANREMO MUSICAL è questo e molto più: durante la conferenza stampa tenutasi al Teatro Nuovo di Milano la produzione ha insistito più volte sulla passione che ha mosso il cast creativo nell'allestire questo spettacolo; peccato che la passione quasi sempre non basti e il risultato ottenuto sia un prodotto oltremodo deludente...ma procediamo con ordine.

Lo spettacolo narra di un gruppo di ragazzi con il sogno di entrare a far parte del cast di Sanremo musical (viva l'immaginazione!) che non appena arrivati davanti al teatro Ariston vengono invitati ad entrare dalla voce fuori campo dello stesso festival (non sto scherzando, Sanremo in questo spettacolo è un'entità eterea con volontà propria). Una volta entrati e non incontrando nessuno i ragazzi pensano di essere all'interno di una specie di reality show in cui vengono monitorati e messi alla prova. All'interno del Teatro i protagonisti Review:  Sanremo Musical al Teatro Nuovo di Milano, meglio che rimanga un festival iniziano a conoscersi, ad innamorarsi e studiano la storia del Festival finché, stufi di attendere, decidono di andarsene. Non prima però di organizzare una gara canora tra di loro. A guardarli dall'alto dei cieli, e non per modo di dire, gli angeli (Sì avete capito bene, gli angeli!) dei fondatori del Festival, che a fine spettacolo sveleranno loro di aver passato tutti l'audizione perché hanno compreso il vero significato della manifestazione: stare insieme, pace, sole, cuore, amore e via dicendo.

Se la trama è di per sé tutto fuorché avvincente, la messa in scena di Isabeau Biffi riesce a renderla ancora più irrilevante. La sceneggiatura è incoerente, non c'è un nesso logico né tra le battute né tra le azioni dei personaggi. I dialoghi si alternano tra massime come "l'amore è come il vitello tonnato" e lezioni di Storia in stile Treccani sui cantanti e le canzoni del festival. La caratterizzazione dei personaggi raccoglie figure stereotipate: c'è il romano provolone, il cantante lirico meridionale e povero, il figlio di papà, la ragazza irosa, l'omosessuale di turno, le sfigatelle che diventano vamp. Tanti personaggi e neanche uno che sia approfondito: per fare il paragone con un altro musical, in Grease Sandy ci mette due ore di spettacolo per capire di dover cambiare per il proprio uomo, qui il personaggio di Samantha ci mette ben due minuti, tempo di uscire dalle quinte e rientrare con un altro costume, alla faccia di qualsiasi studio sul personaggio. L'apice del nonsense si raggiunge con la comparsa di tre angioletti, assistenti dei fondatori del festival, che recitano e cantano in playback con vocine modificate (alla Alvin superstar per intenderci). Fosse stato un cameo forse sarebbe stato comico (anche se tremendamente trash) ma i graziosi angioletti restano in scena per una lunghissima e imbarazzante decina di minuti. A tratti pare una parodia, a tratti una lezione di Storia, a tratti una telenovela, a tratti un concerto...nel complesso una bella mappazza.

Le coreografie di Giordano Orchi spaziano più generi e risultano efficaci nei momenti più "televisivi" dello spettacolo, come stacchetti durante le canzoni. Sono ingombranti e stucchevoli invece nelle canzoni più intime, andando a distrarre il pubblico e a rovinare l'empatia con il personaggio. Sempre durante la conferenza stampa i ballerini sono stati presentanti come "puri". Al di là dell'inconsistenza del termine, se si intendeva affermare che i ballerini non avrebbero cantato o recitato non si capisce perché allora in alcuni pezzi vengano dotati di finti microfoni archetti per poter abbozzare un playback per di più sbagliandolo.

Non un gran risultato, ma è veramente tutto da scartare? Assolutamente no.

L'intento principale del musical è un'operazione nostalgia rivolta alle generazioni che con le canzoni di Sanremo ci sono cresciute. Gli arrangiamenti sono interessanti e molto ben curati, Pizzoli, Zandonà e Melloni, veterani del mondo musicale italiano, hanno saputo rinnovare i vecchi successi riuscendo a conservare il loro fascino vintage e miscelare con essi i nuovi brani con grande abilità.

Review:  Sanremo Musical al Teatro Nuovo di Milano, meglio che rimanga un festival I ragazzi in scena, giovanissimi, cantano senza sosta una sessantina di canzoni, alcune delle quali tecnicamente ostiche, e di questo bisogna dar loro merito. Tra tutti risaltano in particolare le doti vocali di Fabiola Poretti, Giovanni De Filippi e Rosy Messina.

Anche le scenografie di Garrambone sono semplici ma efficaci, una struttura con due grandi scalinate per omaggiare il festival, e il supporto di led wall per le proiezioni di filmati o effetti scenici.

In definitiva, di Sanremo musical si salva ciò che il festival è sempre stato, un susseguirsi di esibizioni canore. A questo progetto hanno creduto in molti, tra cui le direzioni dello stesso Teatro Ariston e del Casinò di Sanremo che lo hanno sostenuto anche finanziariamente. È quindi un peccato assistere a un prodotto così vicino all'amatorialità pur avendo grossi fondi alle spalle. Come se nessuno tra i produttori si fosse reso conto di cosa stava per andare in scena. A queste condizioni sarebbe stato meglio allestire un concerto-tributo alla storia del Festival piuttosto che un musical. Perché un musical presuppone una storia, non dico avvincente ma almeno seguibile, un'evoluzione dei personaggi, un uso della danza coerente e tanto altro. L'intenzione espressa dalla produzione è esportare lo spettacolo all'estero approfittando dell'amore del mondo per i successi della musica italiana. Spero vivamente che ci si attivi per un riallestimento che colmi le gravi lacune perché tra le possibili future tappe si è citata anche l'America, dove i musical se li mangiano a colazione. Sta a noi decidere che figura voler fare con questo prodotto made in Italy.

SANREMO MUSICAL

PRODUZIONE: Sanremo Musical S.r.l., Ceo Walter Vacchino

AUTORI: Isabella Biffi, Salvatore De Pasquale DEPSA

REGIA: Isabeau

PRODUTTORE ESECUTIVO: Matteo Rotondo

SCENOGRAFO: Mario Carlo Garrambone

COREOGRAFO: Giordano Orchi

COSTUMISTA: Claudia Frigatti

MUSICHE E ARRANGIAMENTI: Osvaldo Pizzoli, Gino Zandonà, Silvio Melloni

LIGHT DESIGNER: Giancarlo Toscani

VIDEO STORYTELLER: Catia Tramacere

CON:

Cunselmo Elisa, De Filippi Giovanni, Gabrielli Marco, Gatti Paolo, Grasso Alice, La Volpe Gustavo, Lai Roberto, Lazzari Simone, Messina Rosy, Milan Federico, Nari Michelangelo, Petruzziello Rossella, Pieri Eleonora, Poretti Fabiola, Saltini Bruna, Del Prete Alberto.



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