Review: CASANOVA OPERA POP agli Arcimboldi, il romantico omaggio a Venezia di Red Canzian

Dopo un’attesa di più di un anno dai primi indizi usciti sui social, finalmente l’opera pop firmata da Red Canzian ha fatto il suo ingresso a teatro.

By: Feb. 23, 2022
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Review: CASANOVA OPERA POP agli Arcimboldi, il romantico omaggio a Venezia di Red Canzian

Dopo un'attesa di più di un anno dai primi annunci, finalmente l'opera pop firmata da Red Canzian ha debuttato al Teatro Malibran di Venezia, per toccare Bergamo, Udine e poi Milano al Teatro Arcimboldi, dove ho assistito allo spettacolo.

Casanova Opera Pop è un' "opera musical" ispirata dal romanzo Giacomo Casanova - La sonata dei cuori infranti di Matteo Strukul, ideata e prodotta in casa Canzian: la moglie Beatrix Niederwieser è alla direzione del progetto, la figlia Chiara Canzian è vocal coach e resident director e di Phil Mer sono gli arrangiamenti musicali).
La storia si svolge a Venezia nel 1755. Giacomo Casanova è appena rientrato da un esilio di tre anni a Vienna ed è nuovamente pronto a fare strage di cuori nella sua Serenissima. Ad aspettarlo ci sono, però, l'inquisitore Pietro Garzoni, pronto a tutto pur di ottenere la successione al dogado, e la contessa Von Steinberg, anch'essa decisa a far fuori Casanova per questioni di potere. Il suo piano prevede che Giacomo conquisti Francesca, figlia di uno dei maggiorenti della città; ma il seduttore finirà per capire, per la prima volta, che cosa significa innamorarsi davvero.

Casanova Opera Pop è senza dubbio un lavoro gigantesco - la stessa produzione si definisce kolossal, visto il grande dispendio di risorse e di forze. Si dice che il senso più sviluppato nell'essere umano sia la vista, e di certo a colpire per prime sono le scenografie di Massimo Cecchetto, con elementi mobili a scorrimento, spesso con cambi scena a vista che, quando pensati con cognizione di causa (ed è questo il caso) sono di grande impatto. Ma d'effetto sono soprattutto le proiezioni; se i ponti e i pozzi che contraddistinguono Venezia ritornano più volte nelle diverse ambientazioni, è lo sfondo a dare realmente l'idea del luogo in cui ci si trova, che sia all'esterno o all'interno. Le fotografie che si susseguono dietro gli artisti in scena contrastano l'idea di piattezza che qualsiasi fondale può contribuire a creare, conferendo invece un forte senso di profondità.
Da lodare anche le coreografie di Roberto Carrozzino e Martina Nadalini, che richiamano spesso le "riverenze" da Commedia dell'Arte, mantenendo una loro natura contemporanea. Anche i costumi, disegnati da Desirée Costanzo e realizzati da Stefano Nicolao, seguono la stessa linea, giocando sul contrasto (che alla fine è un accordo) tra materiali moderni e forme d'epoca.

Passiamo ora al secondo senso più sviluppato dall'umano: l'udito. Il primo numero musicale è quello dei gondolieri, che cantano e ballano un inno a Venezia ("d'oro e d'argento, perla nel vento, mai tramonterai"). A dir la verità, tutti i numeri d'insieme sono soltanto ballati, in quanto presto ci si accorge che i cori sono registrati. Comprensibili le questioni tecniche e logistiche per cui un vero e proprio ensemble di triple threats sarebbe stato complicato, ma tante accademie in Italia lo fanno senza problemi nei loro esiti scolastici, e poi, dato che non avremmo nulla da invidiare ai nostri colleghi oltreoceano, cantare e ballare contemporaneamente sarebbe il minimo richiesto. Durante i primi brani la differenza di suono tra il Casanova Operapop Choir presente nelle basi e i cantanti solisti in scena, che invece sono dal vivo, è rilevante; si ha la sensazione che manchi qualcosa, dove quel "qualcosa" è proprio un coro vero e proprio che avrebbe donato pienezza sonora allo spazio.
Le musiche, seppur non possano essere definite memorabili, sono decisamente piacevoli e orecchiabili, e bellissimi sono gli arrangiamenti. Troverete dentro un po' di Pooh (inevitabile e comunque elemento positivo), musiche popolari settecentesche (meraviglioso e coinvolgente il numero del Gran Ballo di Carnevale) fino a riferimenti ai nostri giorni, con tanto di easter egg (delizioso e geniale il finale strumentale del Tema al pozzo... che vale la pena essere scoperto dal vivo!).
I pezzi sono poi arricchiti dalle splendide voci degli interpreti, tutti bravissimi e preparatissimi, nessuno escluso. Gian Marco Schiaretti nei panni di Casanova è un fuoriclasse (e il suo curriculum lo conferma), Angelica Cinquantini come Francesca è armoniosa, raggiunge note acutissime in una bellissima vocalità mista. Gipeto e Manuela Zanier, rispettivamente l'Inquisitore e la Contessa, hanno due voci perfette per i personaggi, quasi da villain di classici firmati Walt Disney, come anche Roberto Colombo, nei panni dello scagnozzo Zago. Un altro punto a favore di questi artisti è che quando cantano si capisce chiaramente tutto quello che dicono; la loro ottima dizione ha permesso al pubblico di non perdere alcun elemento dei testi.

Casanova Opera Pop è, quindi, un lavoro decisamente ben fatto e di grande impatto, anche se viene a mancare il tempo e l'occasione di affezionarsi ai personaggi. Sembra che tra una canzone e l'altra ci sia davvero poco tempo perché succeda effettivamente qualcosa, i dialoghi sono molto brevi e non particolarmente incisivi, tanto da lasciare alcuni elementi fondamentali ai fini della trama ai brani cantati. Si ha la sensazione che tutto accada molto in fretta, e soprattutto i personaggi secondari appaiono e scompaiono con grande rapidità, senza che ci venga data la possibilità di approfondire la loro interiorità, i loro obiettivi, le loro storie. Agli stessi personaggi però sono assegnate canzoni, duetti. Ha senso ascoltare una canzone sull'amicizia tra Frate Balbi e Giacomo quando nessuno di noi ha vissuto il momento in cui questo rapporto si è consolidato? Questo aspetto, oltre a limitare un'affezione da parte del pubblico, non valorizza le capacità attoriali di questi artisti che, invece, saprebbero dimostrare molto. Paolo Barillari è un eccezionale frate "buffo", tanto che l'unica boutade che gli è riservata riceve l'applauso, forse segno che il pubblico avrebbe voluto sentirne ancora. Menzione speciale, poi, va a Jacopo Sarno, che si alterna in ruoli che nessuno prima gli aveva dato occasione di sperimentare, e dà finalmente prova delle sue notevoli capacità.
Probabilmente, la riduzione dal romanzo non è stata semplice, e si è voluto dare più spazio alla buona musica e alla danza che ad una trama elaborata e personaggi complessi, scelta che è comunque apprezzabile, soprattutto in un periodo storico in cui tornare a teatro deve voler dire poter tornare a sognare un po'.

Casanova Opera Pop è ad ogni modo un prodotto pregevole, un omaggio a Venezia che potrebbe piacere anche (forse soprattutto) all'estero, perché alla fine c'è un po' tutto quello che in Italia siamo bravi a fare: grandi voci, ottimi interpreti, bella musica e, più di tutto, tanto, tanto cuore.


CASANOVA OPERA POP

Musiche Red Canzian
Testi Miki Porru
Story Matteo Strukul
Regia Emanuele Gamba
Arrangiamenti Phil Mer
Resident director e direzione canti Chiara Canzian
Coreografie Roberto Carrozzino e Martina Nadalini
Scenografie Massimo Cecchetto
Assistente alla regia Silvia Lemmi


Giacomo Casanova Gianmarco Schiaretti
Francesca Erizzo Angelica Cinquantini
L'Inquisitore Pietro Garzoni Gipeto
Contessa Von Steiberg Manuela Zanier
Alvise Jacopo Sarno
Zago Roberto Colombo
Gretchen Alice Grasso
Frate Balbi Paolo Barillari
Rosa Rosita Denti
Elena da Padova, Alternate Francesca Silvia Scartozzoni
Doge Loredan, Bragadin, Alternate Casanova Antonio Orler
Walk-in cover Chiara Canzian, Mattia Braghero, Laura Galigani

Corpo di ballo

Mirko Aiello
Cassandra Bianco
Alberto Chianello
Eleonora Dominici
Federica Esaminato
Mattia Fazioli
Filomena Fusco
Raffaele Guarino
Viktoria Markov
Olaf Olguin

Light Designer Fabio Barettin
Progettazione costumi Desirèe Costanzo
Supervisor e realizzazione Atelier Stefano Nicolao
OPV Orchestra di Padova e del Veneto diretta dal Maestro Carmelo Patti
Calzature Politecnico Calzaturiero del Brenta
Vesti in maglia Gian Pietro Muraro
Creatività grafica Studio Flora (su un'opera originale di MILO MANARA)
Produttori per Blu Notte Red Canzian e Beatrix Niederwieser
Direttore tecnico Lucio Mazzoli
Booking Matteo Mantovanelli, Paolo Scotti
Ticketing e marketing Silvia Cavaletti
Responsabile comunicazione Elena Pantera - Pantarei 3.0
Social media Bibite Gassate
Website Marchino Design
Foto Jarno Iotti



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