Interview: Tito Schipa jr. ed Ermanno Manzetti parlano dell'uscita del DVD di 'Orfeo 9'

By: May. 27, 2015
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"ORFEO 9" è un'opera rock scritta e musicata da Tito Schipa jr. ed andata in scena per la prima volta il 23 gennaio del 1970.
Si tratta di uno spettacolo che utilizza il mito di Orfeo per descrivere "l'avventura di questo tormento e rinascita tra il '68 e il 70", per usare le parole dell'autore. L'opera debutta al Sistina all'interno di una rassegna di teatro giovanile organizzata da Garinei e Giovannini, e nel 1973 ne viene fatta una versione cinematografica con i meravigliosi arrangiamenti di Bill Conti. Tra gli interpreti figurano gli allora sconosciuti Renato Zero e Loredana Berté - reduci dalla messa in scena sistiniana di "Hair" - e Tullio De Piscopo tra i musicisti.
Il film, diretto ed interpretato dallo stesso Tito Schipa jr., si scontra con la violenta censura della RAI, che non vede di buon occhio il fatto che lo spettacolo tratti tra le altre cose il tema della dipendenza dagli stupefacenti. Nonostante questo, l'opera sopravvive ancora per molti anni grazie all'entusiasmo dei fan, diventando, per usare ancora una volta le parole dell'autore, "un cult sommerso".

Il 18 aprile è uscito un cofanetto, prodotta dall'Associazione Culturale Tito Schipa. Si tratta di un'opera mastodontica suddivisa in tre DVD contenenti il film restaurato e ben otto ore di contenuti speciali. Tra cui filmati inediti, le primissime demo delle canzoni, la ricostruzione dello spettacolo andato in scena al Sistina, un documentario sulla nascita dello spettacolo e tanti altri.
Io naturalmente sono corso ad aggiudicarmene una copia (per ora è reperibile solo via internet) e devo dire la verità: credo che sia quanto di meglio si possa chiedere al DVD di uno spettacolo. I contenuti, come detto, sono molti, sono realizzati molto bene e aiutano davvero a capire l'epoca e l'ambiente in cui è stato realizzato lo spettacolo. Unica cosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca: il commento audio di Schipa allegato al film non è sottotitolato.
Dopo aver spulciato per qualche giorno il cofanetto ho incontrato per voi Tito Schipa jr. ed Ermanno Manzetti, creatore del DVD, ed abbiamo scambiato quattro chiacchiere riguardo a questa uscita. Ecco cosa ci siamo detti.

FV: Iniziamo con una domanda ad Ermanno Manzetti: presentati in due parole e dicci come hai incontrato Tito Schipa jr. e come è nato questo DVD.

EM: Principalmente sono un attore e un musicista. Negli ultimi quindici anni ho lavorato a tutto tondo nel campo dello spettacolo (teatrale, musicale e cinematografico), toccando tutte le arti, tranne quelle figurative. E se ti facessi vedere qualcosa disegnato da me capiresti perché! Ho conosciuto Tito la bellezza di dodici anni fa. Sono sempre stato un grande appassionato di musical e opere rock ma secondo me in Italia non era ancora stato prodotto qualcosa all'altezza degli spettacoli in lingua inglese. Appena ho saputo di "Orfeo 9" ho fatto di tutto per conoscerlo e siccome quando mi piace una cosa voglio conoscere tutto di quella cosa ho conosciuto anche lui.
Sono rimasto stupito dal fatto che per una cosa del genere non ci fosse una distribuzione ufficiale. Erano reperibili sono qualche VHS e gli LP dell'opera (e nonostante questo però il culto tra gli appassionati andava avanti!). Così io, che già avevo fatto qualche DVD dei miei spettacoli, nel giro di un mese mi sono ritrovato investito del compito di realizzare questo cofanetto. Parliamo del febbraio del 2005! E dopo dieci anni questo viaggio è arrivato finalmente... all'inizio, perché per me questo è l'inizio.
Finora ho ricevuto risposte estremamente positive dai fan: mi arrivano mail di gente estasiata.

E questa era proprio la domanda che volevo fare a Tito: vedi questo DVD come un'occasione per rilanciare lo spettacolo o come la consacrazione di un lungo lavoro iniziato quasi sessant'anni fa?

TS: Io c'entro relativamente poco con tutto questo, in realtà. Sono l'autore dell'opera ma questa cosa ha preso vita solo per iniziativa di Ermanno. Sono davvero ammirato e stupefatto per il lavoro che ha fatto. Non credo esistano lavori simili in Italia per queste cose, e credo che quando (spero) ve lo ritroverete in mano ve ne renderete conto. Dal punto di vista della qualità, dell'amore che c'è dietro la realizzazione di questo DVD... e della pignoleria, che per uno come me è la cosa che stupisce più di tutto. Lo vedo quindi come una cosa fantastica ma di cui mi prendo meno meriti possibili. A parte quello di aver scritto un'opera che - me ne sto rendendo sempre più conto in questi giorni - in realtà si è scritta da sola. Anche tutto quello che sta succedendo in questi giorni è la prova del fatto che "Orfeo 9" è qualcosa che ha preso vita da solo e da solo continua ad evolversi. Io sono stato una specie di tramite. L'utilità di questa cosa è che finalmente abbiamo un documento da mandare in giro per il mondo e, non dimentichiamolo, lo spartito per canto e pianoforte! Uno spartito che è uscito l'anno scorso e che è un fatto abbastanza clamoroso: non è così scontato che esista lo spartito di un'opera rock italiana come ai tempi di Puccini e Verdi.
Per rispondere alla tua domanda la mia ambizione è quella di aver scritto qualcosa che entri in repertorio, un titolo conosciuto e riproducibile. E ovviamente l'esistenza di uno spartito e di un DVD può aiutare.

Tito, credi che la censura abbia fermato il tuo processo creativo? E se sì come lavora un artista che è stato costretto a fermarsi? In "Orfeo 9" avete dovuto lavorare ad una velocità sostenutissima...

TS: Il mio processo creativo no. Ho le mie difese contro queste cose. Anzi, forse essere stato rallentato è una cosa che mi ha fatto bene, perché nel corso degli anni mi sono reso conto che se sei costretto a tirar fuori qualcosa ogni quattro mesi finisci per lavorare male. Io comunque non mi sono mai fermato. Come diceva Bach - e come amava ripetere il mio amico Marco Piacente [autore di canzoni e di musica per il teatro; NdR], che adesso non c'è più - "si lavora per Dio". Quindi continuo a lavorare. Ermanno ha dato un'occhiata ai miei cassetti...

EM: Non lo farò mai più!

TS: ...e ha visto che sono incasinatissimi, pieni di roba. Oggi campo di rendita di cose che ho scritto trenta-quarant'anni fa. Mi sono spesso chiesto cosa sarebbe successo se avessi tirato fuori queste cose appena le avevo scritte. Quante sarebbero state veramente valide?

A proposito, l'ultima volta che ti ho intervistato era il 2008, ti ho chiesto i tuoi progetti futuri e tu mi hai risposto che speravi in una ripresa di "Orfeo 9", e che erano in partenza una versione animata di "Tosca" e la messa in scena di un'opera intitolata "Gioia". A che punto sono tutti questi progetti?

Sono due progetti secolari. La versione animata di "Tosca" è un mio sogno antichissimo ma che continua a fermarsi, perché i soldi sono impressionanti. E anche perché la gente non capisce perché voglio fare una versione animata della "Tosca": la gente non ama il melodramma, non lo capisce, non lo conosce, spesso lo odia. Eppure secondo me verrebbe fuori una cosa sconvolgente. L'altra è un'opera rock a cui sto lavorando da tantissimo tempo e che spero di mettere in scena l'anno prossimo. È un lavoro molto profondo, molto mio. Anche molto difficile, infatti bisognerà trovare una protagonista pazzesca, un'adolescente bravissima.

Credi che oggi avreste gli stessi problemi di censura dei tempi in cui siete usciti?

TS: Non credo. Gli anni '70 erano un momento terribile per certe cose. Eravamo sotto una cappa di piombo. Sono preoccupato per la prossima perché affronta un argomento che potrebbe dare sui nervi a qualcuno (si parla di spiritualità e di religione). Non mi preoccupo per la censura, però, quanto per il perbenismo. Noi però non ci spaventiamo: come dicono a Roma, "sémo nati de carnevale, li brutti musi nun ce fanno paura".
Eome diceva Carla Moreni, critica del "Sole 24 ore", uno spettacolo ha valore soltanto se fa una proposta alla sua proposta contemporanea, anche dura e sgradevole.

EM: Io aggiungerei che oggi non avremmo problemi di censura... sfortunatamente. Nel senso che oggi ci siamo abituati talmente tanto che fare cose alternative è difficile. Nel '72 bastava far vedere una siringa perché il pubblico rimanesse scioccato.

Uno spettacolo come "Orfeo 9" oggi è datato?

TS: Ti dirò... io ho avuto la fortuna, due o tre anni fa, di dover mettere in scena uno spettacolo che era stato rappresentato solo due volte prima di allora. Nel '900? Nel 2000? No, nel 1701. È "Il pastor di Corinto" di Scarlatti. E ti giuro che se lo ascolti non capisci se l'ha scritta lui o John Lennon. Al di là del problema del sound, dell'orchestrazione, perché allora certe tecniche non c'erano. E io piangevo dalla gioia mentre lo ascoltavo. Quando una cosa è bella non è datata. Del resto quando proposi per la prima volta "Orfeo 9" mi dissero che stavo facendo una cosa vecchia.

EM: A me non viene in mente la musica quando sento dire "datato", quanto il modo di presentare le cose. C'è una tendenza a cristallizzare le cose quando hanno avuto una versione fatta bene - te lo dice uno che ha fatto decine di volte "Jesus Christ Superstar".

TS: E infatti dovendo rifare oggi "Orfeo 9" la mia idea sarebbe di incorporare con l'allestimento vecchio idee nuove. La nostalgia è qualcosa che non si può evitare ma la tecnologia ci permette di fare cose che allora erano inimmaginabili. Certamente non sarà un'operazione archeologica.

E quali passi avanti abbiamo fatto negli ultimi anni? Ancora oggi parlare di Opera Rock in Italia significa parlare di qualcosa di nuovo.

TS: Ma non bisognerebbe parlare di Opera Rock. Bisognerebbe parlare di melodramma e basta.

EM: E poi la musica classica non era classica a suo tempo.

TS: Infatti. Se andavi a dire ai compositori dell'epoca che facevano musica colta ti lanciavano dietro le sedie. Era musica pop.

Domanda per Ermanno: un lavoro come quello che hai fatto in questi anni all'epoca di "Orfeo 9" sarebbe costato tantissimo. Oggi i prezzi si sono abbassati...

EM: La rivoluzione digitale ha portato tanti benefici. Per quanto riguarda la distribuzione si incontrano ostacoli esattamente come una volta, e se anche Internet ha regalato una vetrina immediata ad ognuno, questo viene controbilanciato dalla difficoltà di emergere in un mare magnum di offerta. La fase produttiva, invece, ha fatto balzi da gigante. Oggi bastano davvero una telecamera e un computer per fare un film. Nel DVD di cui stiamo parlando ci sono decine di cose tra cui un documentario di tre ore e una ricostruzione animata del Sistina, e l'ho realizzato tutto a casa mia da solo! C'è voluto del tempo ma è stato possibile. Io comunque sono sempre dell'idea che quando ci sono le idee puoi sopperire con delle buone trovare registiche. Pensa allo stesso film di "Orfeo 9": è stato fatto con due lire ma dove non c'erano i mezzi si sopperiva con tante idee. Una dignitosa povertà può portare a dei risultati incredibili.
Per questo negli ultimi anni noi dell'Associazione Culturale Tito Schipa stiamo cercando di creare una realtà che possa in qualche modo mettere in piedi dei progetti per quanto possibile indipendenti.

TS: E a proposito di questo il mio secondo LP di canzoni, che è una cosa non molto conosciuta dal titolo "Concerto per un primo amore" sta ri-uscendo grazie a dei discografici coreani che mi hanno chiesto la licenza per ristamparlo. Mentre in Giappone hanno ripubblicato il mio primo LP, "Io ed io solo". A quanto pare per farsi apprezzare bisogna andare in oriente.

EM: È un modo per riportare a galla delle cose meravigliose ma poco conosciute. Del resto Tito ha scritto anche spettacoli come "Er domPasquale" o "L'isola nella tempesta", che sono ancora più oscure di "Orfeo 9". Io spero che il DVD sia la prima tappa di un nuovo corso. Del resto se siamo usciti a far uscire questo DVD può succedere di tutto! Una mia amica mi ha detto: "ti sento parlare di questo DVD da dieci anni, se sei riuscito a farlo, chiunque può fare qualunque cosa.".

Nondimeno, guardando i contenuti speciali di "Orfeo 9" mi sono reso conto che all'epoca c'era un fermento creativo che oggi, con tutti i mezzi che abbiamo, non c'è più. È un paradosso?

TS: In Italia i talenti ci sono e stanno crescendo, perché finalmente in questo paese un teatro musicale esiste. Non so quanto sia di buon livello ma esiste. Ai nostri tempi invece era impossibile trovare un attore-cantante, magari bravissimo. Io mi sto guardando un po' in giro per una possibile ripresa di "Orfeo 9" o per un casting di "Gioa" e nella rete mi si impigliano dei bei talenti.

EM: Aggiungerei che i talenti ci sono e si stanno annoiando tantissimo. È questo il problema: è calato il livello dell'offerta artistica, c'è tanta standardizzazione e si sperimenta poco o nulla. Anche per questo, se il sistema è diventato quello, mi viene da dire "Chi se ne importa di entrare nel sistema? Creiamone uno alternativo! Più piccolo ma più bello.". Ti giuro che quando vedo certi talenti ridotti a fare certi spettacoli soffro per loro. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di essere un'alternativa.

"Orfeo 9" ha uno stile di canto classico. Oggi va di più un altro stile per gli spettacoli musicali. Che ne pensate?

TS: Dipende dal tipo di musica a cui un autore si ispira. Alcuni spettacoli sono basati su una moda post hip-hop. Andrew Lloyd-Webber si ispira a uno stile di canto simile a quello a cui mi ispiro io. Sono modi diversi di intendere rapporto tra canto e musica. Ben venga la varietà. I problemi dell'opera classica sono nati proprio dalla forzata uguaglianza. All'epoca c'era solo un sound possibile e solo un tipo di voce possibile, se certe opere fossero state scritte in maniera più personalizzata ti accorgeresti delle differenze incredibili tra un Puccini e un Verdi molto più di quanto fa adesso.

In effetti io più che della censura mi preoccuperei per i testi, più "pesanti" rispetto alla media di oggi. Del resto, Tito, tu già all'epoca de "L'isola nella tempesta" ricevesti delle critiche perché i testi erano troppo difficili per uno spettacolo in musica...

TS: Anche per "Orfeo 9". Mi dissero che non si poteva pubblicare un disco con dentro la parola "costellazioni".

Questa ricercatezza dei testi dipende da te o dal soggetto mitico dell'opera?

TS: Io mi reputo più un autore di testi che un autore di musiche. La musica la so usare ma non sono un musicista, sono un cantastorie. Mi esprimo fino in fondo con i testi e mi piace scrivere in italiano, se possibile. Un italiano che cerco di "torcere" per le esigenze del caso; del resto torcere la lingua per le esigenze espressive si chiama "poesia".

Si finisce per diventare elitari scrivendo testi ricercati?

TS: Si lavora per chi ti capisce. Se non è la maggioranza tanto peggio. È un argomento complicatissimo, riguardo al quale si sono creati degli equivochi pazzeschi. Una volta - diciamo prima del 1850 - la musica era fatta dagli amanti della musica per gli amanti della musica. Dal 1850 in poi hanno iniziato a scrivere gli intellettuali per gli intellettuali: un disastro. Il pubblico si è distaccato dalle grandi creazioni dei veri geni e chi ha cercato di raccoglierlo ha scritto delle cose diverse, più basse. Per fortuna ci ha salvato il rock, la musica pop.
Si può ovviare a questo problema solo continuando a "scrivere per Dio" e per chi ti capisce.

E: Aggiungerei "evitiamo di sottovalutare il pubblico". In Italia abbiamo avuto De André, che è stato grande, ma non è certo stato di élite.

TS: Come diceva Steve Jobs, "il pubblico non sa quello che vuole finché non glie lo fai vedere". Questa è una legge fondamentale del mondo dello spettacolo.

Domanda per Ermanno: hai fatto una selezione per le cose da mettere nel DVD?

EM: Inizialmente il progetto era partito per essere un DVD doppio. Da un anno a questa parte è diventato un triplo. Avevo in mano troppo materiale per due soli dischi, e l'idea che mi ha guidato è sempre stata quella di cercare di riprodurre il viaggio che mi ha fatto fare "Orfeo 9" in modo che potessero farlo anche gli altri. Del resto, quando hai da una parte una storia artistica su cui puoi fare un documentario e dall'altra parte un documento straordinario come la rappresentazione originale del 1970 al Sistina, è ovvio che ti si apra un mondo. Qualcosa che non ho messo nel DVD - anche perché non era il mezzo adatto - ma vorrei rendere disponibile in futuro sono le varie versioni del copione di "Orfeo 9", complete di un lavoro di 'esegesi' che avevo in parte completato nel 2006. Tito si trovò costretto a terminare e, in pratica, a riscrivere integralmente il copione iniziato da Mario Fales nel 1969 e ci ha dovuto mettere sopra la musica in pochissimo tempo. Come puoi immaginare le idee si accavallano e bisognava selezionarle. Quando sono uscito da casa sua la prima volta avevo in mano un pacco di carta alto mezzo metro! La metamorfosi dalla versione iniziale a quella definitiva può far tranquillamente parlare di due-tre spettacoli completamente diversi fra loro.

"Orfeo 9" nasce in un humus sessantottino. I giovani d'oggi come vedono quel mondo?

TS: Lascerei rispondere Ermanno. Anagraficamente credo sia più adatto.

EM: Io ho fatto il liceo nei primi anni '90 e sono cresciuto col mito degli anni '70. Li vedevo come un'epoca di grande impegno, di grandi rivoluzioni. Per un adolescente era il massimo, e mi sembrava che tutto si fosse appiattito. A vent'anni di distanza ho cambiato completamente idea: sono felicissimo di vivere nell'epoca odierna. Pensa solo alla rivoluzione di internet.
Oggi la rabbia la vedo ancora, e anche la voglia di cambiare le cose, anche perché forse ce ne sono ancora di più da cambiare. Dall'altra parte può succedere che ci si fermi lì, che si dica di essere contro qualcosa e basta. Ma se uno riesce a prendere il buono di certe cose si possono preparare le basi per una rivoluzione futura.

TS: E poi le rivoluzioni in genere danno i frutti a cento anni di distanza. Se pensi alla rivoluzione americana, a quella francese, a quella inglese... Sul momento è una grande esplosione che finisce male, i frutti positivi arrivano dopo.

Per concludere, come va la distribuzione del DVD? E del riallestimento in teatro cosa potete dirci?

EM: Il DVD sta andando molto bene. Anche considerato che è uscito da tre settimane e senza una pubblicità seriamente strutturata, come quella che abbiamo finalmente il tempo e la possibilità di fare. L'unica pubblicità che abbiamo fatto finora è stata quella basata sulla rete di contatti che si è creata nel corso degli anni. La rete è stata una grande sorella di "Orfeo 9". La prima edizione è in tiratura limitata, 1000 copie, che per un'autoproduzione è tantissimo. Ma incrociamo le dita e speriamo assolutamente in una seconda edizione. A tutti quelli che comprano il DVD diciamo sempre "parlatene, fatelo vedere in giro", perché chiunque incontra "Orfeo 9" se ne innamora. È una bella opera italiana, e io che come ti ho detto detestavo tutto ciò che veniva dall'Italia sono firerissimo che lo sia, quindi facciamola conoscere.

TS: Per il riallestimento di "Orfeo 9" posso dire solo che sono stufo di non avere una controparte. Se ci sarà una controparte anche piccola sarò disponibilissimo a rifarlo, anche con un'impostazione diversa. Non pretendo che domani mi chiami il Metropolitan, potrebbe anche essere un locale importante in cui si fa musica per giovani, oppure qualche teatro d'opera (so che molti direttori artistici di teatri d'opera sono tra quelli che noi chiamiamo "orfeomani"). Se invece devo lottare da solo, senza una controparte, allora preferisco farlo per una cosa nuova.

POST SCRIPTUM: "Orfeo 9" è considerata la prima opera rock italiana. Se qualcuno volesse approfondire l'argomento, qualche anno fa ho intervistato Tito Schipa jr. proprio riguardo al concetto di Opera Rock in italiano. Potete leggere quell'intervista, insieme ad altri articoli riguardanti lo spettacolo, qui (onde evitare conflitti di interessi il link che ho pubblicato rimanda non al mio blog, dove pubblicai l'intervista a suo tempo, ma alla stessa intervista ripubblicata sul sito dell'opera - a volte la mia onestà intellettuale mi spaventa).



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